Essere nomadi a 30 anni?
Ciao amici,
Indovinate un po'? Tra qualche mese soffierò le 30 candeline! 🎉 Eh già, quel traguardo che, secondo molti, dovrebbe segnare la fine della vita da nomade e l'inizio di una realtà più "adulta" e "responsabile". È come se un timer invisibile scandisse il tempo che ci rimane per mollare lo zaino e "mettere radici".
Lo so, il mondo ci urla di "viaggiare, aprire la mente!", ma poi sussurra sottovoce "...e poi torna alla realtà!". Perché diciamocelo, la vita da nomade è accettabile quando hai vent'anni, ma a trenta? All'improvviso vieni visto come qualcuno che scappa dalle responsabilità dell'età adulta.
Eppure, fin dall'inizio del mio percorso come nomade digitale, ho sempre saputo che non stavo scappando da qualcosa. Stavo correndo verso tutto: il mondo, connessioni vere, e culture che spalancano le porte del cuore e della mente a esperienze che nemmeno immaginavamo.
Certo, alcuni potrebbero etichettare come "irresponsabile" questa scelta di vita alternativa. Ma per me, o meglio, per noi nomadi digitali, è la scelta più responsabile che si possa fare. Perché siamo noi a prendere le redini della nostra vita, conquistando una libertà e un'indipendenza che la maggior parte delle persone sogna.
Quindi, se anche voi vi avvicinate ai 30 (o ci siete già dentro!), tenete alta la testa! Perché siamo noi quelli che hanno il coraggio di inseguire i propri sogni. Il mondo potrà anche guardarci come se fossimo pazzi, ma noi siamo Freaking Nomads e non lo cambieremmo per nulla al mondo!
Passate una buona settimana amici,
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