Tasse per Nomadi Digitali: la Guida Definitiva

Sogni di sfuggire dalla routine dalle 9 alle 5 e goderti più libertà e flessibilità nella tua vita e ora sei pronto a fare il grande passo.

Ti stai già immaginando di lavorare in remoto da luoghi diversi mentre esplori nuove culture e utilizzare solo il tuo laptop per guadagnarti da vivere. Congratulazioni!

Ma prima di fare le valigie e prenotare il volo, c'è una grande sfida che devi superare, ed è quella con cui lottano la maggior parte dei nomadi digitali. Stiamo parlando delle tasse.

Quando sei un nomade digitale, dovrai infatti rispettare le leggi fiscali dei Paesi che visiterai e quelle del tuo Paese di residenza, come l'Italia per esempio. Ti dovrai occupare anche dei requisiti per il visto, che possono limitare quanto tempo potrai rimanere in un Paese e che tipo di lavoro potrai fare.

Sembra complicato vero? Non preoccuparti!

In questo articolo, mireremo a fornirti una guida completa su come gestire le tasse, i visti per nomadi digitali e altre norme fiscali di cui dovrai essere al corrente quando lavori da nomade digitale. Ti forniremo anche alcuni consigli pratici su come pianificare le tasse e sfruttare al meglio le opportunità fiscali da nomade digitali. Se è quello che stavi cercando, continua a leggere!

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Freaking Nomads non fornisce consulenza fiscale, legale o contabile. Il materiale contenuto nell'articolo è stato preparato dai nostri editori a scopo informativo e non è destinato a fornire nessuna consulenza fiscale, legale o contabile. Consulta un consulente fiscale, legale e contabile prima di prendere qualsiasi decisione.

Dove pagano le tasse i nomadi digitali?

Togliamoci di mezzo la domanda più frequente che ci viene posta: i nomadi digitali pagano le tasse?

La risposta è sì, i nomadi digitali pagano ovviamente le tasse, nonostante questo aspetto rimanga una delle maggiori sfide che incontrano tutti i nomadi digitali all'inizio e durante il loro percorso.

Una maggioranza significativa dei nomadi digitali tende a pagare le tasse nel loro Paese d'origine o dove trascorrono la maggior parte del loro tempo. Tuttavia, non è raro che ci siano nomadi digitali che pagano le tasse in più Paesi.

Una piccolissima percentuale di nomadi digitali non paga affatto le tasse. E questo potrebbe essere dovuto a vari motivi come guadagnare al di sotto della soglia di reddito imponibile, risiedere in Paesi fiscalmente favorevoli o, purtroppo, evasione fiscale.

Non è così semplice: le complessità delle tasse per i nomadi digitali

La realtà della tassazione per i nomadi digitali è tutt'altro che semplice. In effetti, è un'area piuttosto grigia che spesso lascia i nomadi digitali a navigare in un labirinto di leggi e regolamenti obsoleti che non tengono il passo con una realtà moderna come quella del lavoro a distanza.

Per accennarne la complessità, consideriamo uno scenario ipotetico, quello di Giovanni. Giovanni, un nomade digitale italiano, decide di annullare la registrazione come residente nel suo Paese d'origine e vola a Bali per vivere e lavorare. Lui presume che, così facendo, è libero dall'obbligo di pagare le tasse in Italia. Tuttavia, questo è un pensiero comune ed è per lo più errato.

Molti Paesi sviluppati, inclusa l'Italia, hanno infatti ciò che è noto come il "diritto di ripiego sulla residenza fiscale". Questo principio afferma essenzialmente che se non sei residente fiscale in nessun Paese, sei considerato automaticamente residente fiscale nell'ultimo Paese in cui sei stato residente.

Quindi, nel caso di Giovanni, a meno che lui non diventi un residente fiscale dell'Indonesia (o di un altro Paese), sarebbe comunque considerato un residente fiscale in Italia ai fini fiscali!

Questo è solo un esempio delle molte complesse leggi fiscali che i nomadi digitali devono affrontare. Ogni Paese ha le proprie leggi e i propri trattati fiscali e comprenderli può essere scoraggiante. Ma non preoccuparti, proveremo a sviscerarli bene nei paragrafi successivi.

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Nota bene: il "diritto di ripiego sulla residenza fiscale" non è un termine legale, ma piuttosto un principio per descrivere la situazione in cui una persona è considerata residente fiscale di un Paese, a meno che non possa dimostrare il contrario. Ciò può accadere quando una persona lascia il proprio Paese d’origine e non stabilisce la residenza fiscale in un altro Paese, o quando una persona ha legami con più di un Paese e non può determinare chiaramente il proprio status di residenza fiscale. Paesi diversi hanno regole e criteri diversi per determinare la residenza fiscale e alcuni di essi potrebbero applicare questo principio in determinati casi. Quindi, come al solito, ti consigliamo di parlare con uno specialista fiscale per domande più specifiche.

I nomadi digitali e i 3 sistemi fiscali

i 3 sistemi fiscali per nomadi digitali nel mondo

Prima ancora di iniziare a parlare di tutte le sfumature del sistema fiscale internazionale, è importante capire che Paesi diversi hanno diversi sistemi fiscali. Ne esistono principalmente 3 tipi: quello residenziale, quello basato sulla cittadinanza e quello territoriale.

  1. Sistema basato sulla residenza fiscale: i Paesi con un sistema fiscale di residenza, tassano i residenti sul loro reddito mondiale. I criteri per determinare la residenza possono variare, ma spesso si basano sulla quantità di tempo trascorso nel Paese.
  2. Sistema fiscale basato sulla cittadinanza: solo due paesi, Stati Uniti ed Eritrea, impongono di pagare le tasse in base alla cittadinanza. Ciò significa che i cittadini di questi due Paesi sono tenuti a presentare le tasse sul loro reddito mondiale, indipendentemente da dove vivono.
  3. Sistema fiscale territoriale: i Paesi con un sistema di tassazione territoriale tassano solo i redditi guadagnati all'interno dei loro confini. Questo può essere vantaggioso per i nomadi digitali che guadagnano entrate da fonti estere.

Sebbene sembrino abbastanza semplici, c'è molta confusione con termini come residenza, domicilio, cittadinanza, ecc. Cerchiamo di fare chiarezza e analizziamoli uno per uno.

Differenza tra residenza e domicilio

Sebbene i concetti di residenza e domicilio possano sembrare simili, hanno significati distinti nell'ambito del diritto tributario.

Residenza generalmente si riferisce al luogo in cui vivi in ​​un determinato momento. Puoi essere residente in più Paesi in un solo anno se vivi in ​​ognuno di essi per un certo periodo di tempo. La durata specifica può variare in base al Paese, ma spesso è di circa 183 giorni in un anno solare.

Il domicilio, d'altra parte, riguarda più la tua casa a lungo termine, il luogo in cui intendi tornare dopo essere stato via. Si può avere un solo domicilio alla volta, ed è in genere il Paese che consideri la tua casa permanente, indipendentemente da dove vivi attualmente. Il tuo domicilio può influire sui tuoi obblighi fiscali, soprattutto se mantieni legami significativi con quel Paese.

Differenza tra residenza e residenza fiscale

Questi sono probabilmente due dei termini più confusi dato che sembrano simili, ma non lo sono affatto.

La residenza si riferisce comunemente a dove vivi, mentre la residenza fiscale riguarda dove sei legalmente obbligato a pagare le tasse. I criteri per determinare la residenza fiscale possono variare notevolmente da Paese a Paese. Possono essere basati su fattori come la quantità di tempo che trascorri nel Paese, il tuo stato lavorativo e l'ubicazione della tua casa principale.

Ad esempio, potresti essere residente a Bali perché ci vivi da un anno, ma se sei un cittadino italiano e hai legami sostanziali con l'Italia, potresti comunque essere considerato un residente fiscale in Italia. Ciò significa che sei obbligato a dichiarare il tuo reddito mondiale al fisco italiano, anche se vivi a Bali.

Differenza tra residenza fiscale e cittadinanza

Un'altra differenza importante da capire quando si parla di tasse è quella tra 'cittadinanza' e 'residenza fiscale'.

La tua cittadinanza è in genere dove sei nato o dove si trova il tuo Paese d'origine. È il posto che normalmente consideri "casa", anche se al momento non ci vivi.

D'altra parte, il tuo Paese di residenza fiscale è dove sei legalmente considerato residente ai fini fiscali. Come abbiamo discusso, questo potrebbe essere determinato da fattori come il numero di giorni che trascorri nel Paese, i tuoi legami o quello che consideri il centro dei tuoi interessi vitali, oltre ad altri criteri stabiliti dalle leggi fiscali dei Paesi con cui hai a che fare.

È possibile che il tuo Paese di origine e il tuo paese di residenza fiscale coincidano, ma per molti nomadi digitali di solito questi sono diversi. Potresti essere cittadino di un Paese (l'Italia per esempio), ma trascorrere la maggior parte del tuo tempo in un altro Paese (o avere il centro dei tuoi interessi) nelle Canarie per esempio, ed essere considerato un residente fiscale lì.

La residenza fiscale e la "regola dei 183 giorni"

la regola dei 183 giorni per nomadi digitali

Quando si tratta del mondo delle tasse, come nomade digitale la residenza fiscale è un termine che incontrerai spesso. In poche parole, un residente fiscale è qualcuno che è tenuto a pagare le tasse in un determinato Paese perché lì ci vive o guadagna un reddito. Ogni Paese ha le sue regole per determinare chi siano i suoi residenti fiscali, il che può influenzare in modo significativo le decisioni fiscali che ogni nomade digitale dovrebbe considerare.

Una di queste regole, la quale è comune a molti Paesi nel mondo, è la cosiddetta "regola dei 183 giorni". Questo principio fiscale afferma essenzialmente che se spendi più di 183 giorni in un Paese entro un anno fiscale, sei generalmente considerato un residente fiscale di quel Paese. Ciò potrebbe significare che sei tenuto a pagare le tasse sul tuo reddito mondiale in quel Paese, non solo sul reddito che guadagni all'interno dei suoi confini.

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La residenza fiscale varia molto da Paese a Paese e non è solo il tempo che trascorri in un determinato Paese! Quindi, come nomade digitale, è fondamentale fare la tua ricerca sulle leggi fiscali dei Paesi in cui prevedi di trascorrere molto tempo.

Il centro dei tuoi interessi vitali

Sebbene la regola dei 183 giorni sia un principio fiscale da tenere in considerazione, non è l'unico fattore che determina la residenza fiscale. In realtà, è solo la punta dell'iceberg. È il concetto di "centro vitale dei tuoi interessi" che gioca un ruolo cruciale nel decidere quali sono i tuoi obblighi fiscali.

Per centro dei tuoi interessi vitali si riferisce ai tuoi legami o interessi reali e significativi in ​​un determinato Paese. Non si tratta solo di presenza fisica, ma piuttosto della profondità delle tue radici e dei rapporti con un determinato luogo.

Per capire se un determinato luogo sia il centro dei tuoi interessi vitali, potresti farti le seguenti domande:

  • Possiedi un immobile lí?
  • La tua famiglia vive lì?
  • Hai un conto bancario aperto o investimenti in quel Paese?
  • Sei registrato presso le autorità locali per i servizi di pubblica utilità, l'assistenza sanitaria o altri servizi pubblici?

Tutti questi fattori contribuiscono a decidere se la legge pensa che tu abbia quel Paese come il centro vitale dei tuoi interessi.

E se ti stai chiedendo perché funzioni così, bhè è semplice. I Paesi guardano a questo principio perché vogliono tassare le persone che utilizzano le proprie risorse e infrastrutture in modo significativo.

Quindi ricorda, anche se trascorri meno di 183 giorni in un Paese, se hai legami sostanziali lì potresti comunque essere considerato un residente fiscale.

Al contrario, trascorrere più di 183 giorni in un Paese in cui non hai legami o interessi reali potrebbe non renderti per forza un residente fiscale di quel Paese.

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Il concetto di "centro dei tuoi interessi vitali" è cruciale perché mostra l'importanza di comprendere non solo il tempo che trascorri in un Paese, ma anche la natura dei legami che ha con quel posto. Tienilo sempre a mente quando pianifichi i tuoi obblighi fiscali.

Tasse territoriali e il mito della "Teoria della Bandiere"

la teoria delle bandiere per nomadi digitali

Il sistema fiscale territoriale, il quale come detto tassa le persone fisiche solo sui redditi che percepiscono all'interno dei confini di uno Stato, ha dato origine a quella che è nota come la Flag Theory (tradotto come "Teoria delle bandiere"). Questa teoria suggerisce che puoi ridurre al minimo o addirittura eliminare i tuoi obblighi fiscali scegliendo strategicamente dove piantare le tue "bandiere" (ad esempio, dove vivere, dove aprire un conto in banca, dove incorporare la tua attività, ecc.).

Nonostante sembri interessante, la teoria della bandiera lo è in gran parte un mito. Se è vero che il sistema fiscale territoriale possa essere vantaggioso per i nomadi digitali che percepiscono redditi da fonti estere, non basta solo trasferirsi in un Paese con un sistema fiscale territoriale e aspettarsi di non pagare tasse nel Paese da cui ci si sta spostando (l'Italia per esempio). Molti paesi dispongono di norme e regolamenti specifici per prevenire questo tipo di elusione fiscale e il mancato rispetto di tali norme può portare a gravi conseguenze.

Inoltre, come abbiamo detto nei paragrafi precedenti, i tuoi obblighi fiscali non sono determinati esclusivamente da dove guadagni il tuo reddito. Altri fattori, come la tua residenza fiscale, la tua residenza permanente e anche le leggi fiscali del tuo Paese d'origine possono entrare in gioco.

Pertanto, ti consigliamo vivamente di cercare una consulenza professionale e di comprendere appieno i tuoi obblighi fiscali prima di prendere decisioni importanti basate sulla teoria della bandiera.

Evasione fiscale vs ottimizzazione fiscale

Quando si tratta di tasse, è importante capire la differenza tra evasione fiscale e ottimizzazione fiscale.

L'evasione fiscale (comunemente definita come evasione delle tasse) è l'atto illegale di non pagare le tasse che sono legalmente dovute allo Stato. Ciò può includere azioni come dichiarare deliberatamente meno reddito, aumentare in maniera eccessiva le detrazioni o non presentare affatto una dichiarazione dei redditi. L'evasione fiscale è un crimine e può comportare sanzioni, multe e persino la reclusione.

D'altra parte, l'ottimizzazione fiscale è la pratica legale di ridurre al minimo la propria responsabilità fiscale attraverso l'uso responsabile di detrazioni fiscali, crediti e altri mezzi previsti dalle leggi dei Paesi con cui si ha a che fare. Ad esempio, contribuire ad un conto pensionistico per ridurre il reddito imponibile è una forma di ottimizzazione fiscale nel Regno Unito ad esempio. Ed è del tutto legale. Anzi, è spesso incentivato dallo Stato.

E sebbene l'ottimizzazione fiscale sia legale e spesso una strategia finanziaria intelligente, è importante garantire che le tue azioni non oltrepassino il limite, sfociando nell'evasione fiscale. Questa linea a volte può essere sfocata, soprattutto per i nomadi digitali che navigano nel complesso mondo del diritto tributario internazionale.

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Per fare ciò, ti consigliamo sempre di chiedere una consulenza professionale per assicurarti di adempiere ai tuoi obblighi fiscali sfruttando al contempo le opportunità legali per ridurre al minimo il tuo debito fiscale.

Capire le fonti di reddito

Capire qual è il reddito prodotto in un determinato Paese è un altro esercizio fiscale che i nomadi digitali devono comprendere. Senza andare troppo nel tecnico, il reddito da fonte locali è il reddito che guadagni sul territorio di un determinato Paese. Ciò potrebbe derivare dalla fornitura di servizi, dalla vendita di prodotti o altre attività che possono generare reddito all'interno di quel Paese.

Le implicazioni fiscali del reddito prodotto in un determinato Paese possono essere significative per i nomadi digitali. In generale, anche se non sei residente fiscale di un Paese, nel momento in cui guadagni un reddito da una fonte locale, potresti ancora essere soggetto a imposte su quel reddito. Ciò significa che se sei un nomade digitale che lavora per clienti in Paesi diversi, potresti potenzialmente dover affrontare obblighi fiscali in ciascuno di questi Paesi (a meno che non abbiano accordi bilaterali, di cui parleremo più avanti nella guida).

Imposte aziendali vs imposte personali

Ora che abbiamo discusso di cosa sia una fonte di reddito locale, devi essere consapevole del fatto che il reddito può effettivamente provenire da diverse fonti. Per ogni tipo di reddito, potresti dover pagare una tassa diversa, che è la chiave per sapere se hai intenzione di ottimizzare le tue tasse o addirittura costruire la tua strategia fiscale da zero.

Ma prima di entrare nel nocciolo della questione, dobbiamo parlare di un altro concetto fondamentale, che è la differenza tra tasse aziendali e tasse personali.

La differenza principale è che le imposte societarie o aziendali vengono riscossi sui profitti (o talvolta sulle entrate) di un'azienda, mentre le tasse personali vengono riscosse sul reddito di una persona fisica.

Per i nomadi digitali, questa distinzione può essere particolarmente rilevante. Ad esempio, potresti essere residente fiscale in Portogallo (e quindi soggetto a imposte personali lì), ma la tua azienda potrebbe essere registrata a Malta (e quindi soggetta a imposte societarie lì). Quindi non confondere queste tipologie di imposte!

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Avere una società in un Paese e la residenza fiscale personale in un altro, può creare una situazione fiscale complessa che richiede un'attenta pianificazione e gestione dei propri obblighi fiscali. Ti consigliamo quindi di parlare con un consulente fiscale se sei un imprenditore e nomade digitale con una struttura fiscale simile (o stai pianificando di metterla in atto).

Tipologie di tasse come persona fisica per i nomadi digitali

tipologia di tasse personali per nomadi digitali

Una volta tolti di mezzo tutti questi termini difficili, passiamo alla parte più interessante, ovvero come ottimizzare le proprie tasse.

Come detto, come persona fisica (e non azienda) potresti essere soggetto a vari tipi di tasse personali, a seconda delle tue fonti di reddito e della tua residenza fiscale.

Alcuni dei tipi di tasse che molti Paesi applicano e che hanno in comune sono:

  • L'imposta sul reddito: si tratta di una tassa sui tuoi guadagni, che potrebbe includere stipendi, redditi da lavoro autonomo, redditi da locazione e altro ancora. L'imposta di solito dipende dalla quantità di reddito che guadagni.
  • L'imposta sui dividendi: se possiedi azioni di una società e ricevi dividendi (una quota degli utili della società), potresti dover pagare le tasse su questi dividendi.
  • La tassa di previdenza sociale: in alcuni Paesi, potrebbe essere richiesto di contribuire ai sistemi di sicurezza sociale, che finanziano servizi come le pensioni e l'assistenza sanitaria. Questa è in genere una percentuale del tuo reddito.
  • L'imposta sulle plusvalenze: Se vendi un bene (come azioni o proprietà) per più di quanto lo hai acquistato, il profitto è una plusvalenza e potresti dover pagare le tasse su questa plusvalenza.
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Ricorda, questi sono solo alcuni esempi di tasse come persona fisica che un nomade digitale potrebbe dover pagare. A seconda della tua situazione specifica e delle leggi fiscali dei Paesi con cui hai a che fare, potrebbero esserci altri tipi di tasse da considerare.

Trattati fiscali e accordi contro la doppia imposizione

Ora, passiamo ad un altro aspetto di cui essere consapevoli quando si ottimizzano le tasse come nomadi digitali: i trattati tributari e le convenzioni contro la doppia imposizione.

Si tratta essenzialmente di accordi tra due Paesi per evitare il problema della doppia tassazione, ovvero quando lo stesso reddito che guadagni viene tassato due volte.

Ecco come funziona: facciamo caso che tu sia un residente fiscale in Italia, ma guadagni un reddito in Spagna. Senza un trattato fiscale, entrambi i paesi potrebbero rivendicare il diritto di tassare quel reddito. Ma se esiste un trattato fiscale, questo stabilirà le regole per determinare quale Paese ha il diritto di tassare il tuo reddito, o come i diritti di tassazione siano condivisi tra i due Paesi.

È utile sottolineare che l'Italia ha trattati con tantissimi Paesi nel mondo per evitare la doppia tassazione, ad eccezzione dei cosiddetti "paradisi fiscali".

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Comprendere i trattati fiscali è importante per i nomadi digitali perché possono avere un impatto significativo sui tuoi obblighi fiscali. Se i paesi con cui hai a che fare hanno un trattato fiscale, potrebbe aiutarti a ridurre i tuoi obblighi fiscali. Tuttavia, i trattati fiscali sono documenti legali complessi e la loro applicazione può variare a seconda delle tue circostanze specifiche. Quindi, è sempre una buona idea contattare un consulente fiscale.

I visti per nomadi digitali e i relativi vantaggi fiscali

I visti per nomadi digitali sono un tipo di visto relativamente nuovo che alcuni Paesi hanno cominciato ad offrire per attrarre nomadi digitali e lavoratori da remoto. Questi visti consentono alle persone di vivere e lavorare legalmente nel Paese ospitante per un certo periodo, in genere un anno o più.

Le implicazioni fiscali dei visti per nomadi digitali possono variare notevolmente a seconda del Paese, ma ecco una panoramica di alcuni Paesi che offrono visti per nomadi digitali, insieme alle loro implicazioni fiscali:

  1. Portogallo: il Portogallo offre un visto per nomadi digitali (D8) per i lavoratori da remoto che desiderano vivere e lavorare nel Paese per un massimo di 1 anno (visto di soggiorno temporaneo) o 2 anni (visto di residenza). Per qualificarti, devi avere un reddito mensile di almeno € 2.800, che è quattro volte il salario minimo in Portogallo. È inoltre necessario fornire la prova della residenza fiscale, contratto di lavoro o contratto di libero professionista, NIF e conto bancario portoghese.
  2. Colombia: la Colombia ha un visto per nomadi digitali (di tipo V) per i lavoratori da remoto che vogliono rimanere e lavorare nel Paese per un massimo di 2 anni. Per qualificarti, devi avere un reddito mensile di almeno $900, che è tre volte il salario minimo in Colombia. È inoltre necessario fornire una lettera di assunzione e un'assicurazione sanitaria internazionale. Nessun visto d'ingresso è richiesto.
  3. Argentina: L'Argentina ha un permesso di soggiorno temporaneo per lavoratori a distanza che vogliono vivere e lavorare nel paese per un massimo di 1 anno (rinnovabile per un altro anno). Per qualificarti, devi avere un reddito mensile di almeno $1.000 se sei un individuo o $1.500 se sei una famiglia. È inoltre necessario fornire la prova della propria occupazione o del proprio reddito, l'assicurazione sanitaria e il controllo del casellario giudiziario.
  4. Canada: Il Canada ha un permesso di lavoro temporaneo per lavoratori a distanza che desiderano lavorare nel paese per un massimo di 2 anni. Per qualificarti, devi avere un'offerta di lavoro valida da un datore di lavoro canadese, prova dell'istruzione e dell'esperienza lavorativa, esame medico e dati biometrici. Non è necessario disporre di un importo specifico di reddito, ma devi essere in grado di mantenere te stesso e la tua famiglia in Canada.
  5. Dubai: Dubai ha recentemente lanciato il suo programma di lavoro virtuale, che è un visto per nomadi digitali di un anno. I candidati devono avere un passaporto con almeno 6 mesi di validità, un'assicurazione sanitaria con copertura per gli Emirati Arabi Uniti e una prova di impiego con un contratto di un anno o della proprietà dell'azienda.
  6. Mauritius: Mauritius offre un visto d'ingresso Premium valido per un anno e rinnovabile ai non cittadini che desiderano soggiornare nelle Mauritius per un periodo di tempo prolungato (con l'intenzione di lavorare a distanza). Non ci sono requisiti di reddito minimo, ma i richiedenti devono fornire la prova dei loro piani a lungo termine per rimanere nel Paese, inclusa la prenotazione del proprio alloggio.

Scopri tutti i visti per nomadi digitali disponibili in tutto il mondo:

Visti per Nomadi Digital e Smart Worker: la lista completa
Questa guida mira a fornirti una guida aggiornata sulle crescenti opzioni di visto per nomadi digitali disponibili in diverse nazioni al di fuori dell’Italia.

Paesi con tasse favorevoli per i nomadi digitali

Le considerazioni fiscali non dovrebbero davvero essere l'unico parametro da considerare quando si tratta di scegliere la propria base come nomade digitale poiché, alla fine, questo è il posto che chiamerai "casa" tra una meta di viaggio e l'altra.

Tuttavia, comprendiamo che le tasse possano svolgere un ruolo significativo nella propria decisione.

Bisogna menzionare perciò l'esistenza di alcuni Paesi che sono particolarmente favorevoli alle tasse e hanno imposte che possono essere molto vantaggiose per i nomadi digitali. Ecco un breve sguardo ad alcuni dei casi più famosi in tutto il mondo:

1. Bulgaria

La Bulgaria è nota per il suo basso costo della vita, ma anche per il fatto che offre un'aliquota forfettaria del 10%, il quale rappresenta una delle più basse in tutta l'Unione Europea. Questo può essere molto vantaggioso per molti nomadi digitali, ma non dimenticare che le condizioni specifiche dipendono sempre dal tuo stato di residenza fiscale e dalle tue fonti di reddito come menzionato precedentemente.

bulgaria per nomadi digitali

2. Malta

Quest'isola del Mediterraneo non è solo una bellissima meta turistica, ma anche un territorio favorevole a livello fiscale. Malta ha una base fiscale delle rimesse, il che significa che i residenti non maltesi pagano solo le tasse sul loro reddito locale e su parte dei loro profitti, ma non sul loro reddito mondiale prodotto fuori da Malta. Sono inoltre esenti dall'imposta sulle plusvalenze, anche se questo denaro viene rispedito a Malta.

Inoltre, Malta offre un visto per nomadi digitali, che consente ai nomadi digitali di lavorare a distanza dall'isola per un massimo di tre anni.

malta per nomadi digitali

3. Portogallo

Il Portogallo ha un regime fiscale speciale per residenti non abituali (NHR), offrendo un'aliquota fissa sul reddito del 20%. Su alcuni tipi di reddito percepiti in Portogallo c'è anche un'esenzione fiscale sulla maggior parte delle fonti di reddito estere.

Il Portogallo ha anche un clima, una cultura e un'infrastruttura favorevoli per i nomadi digitali e i lavoratori da remoto. Va però detto che recentemente molti nomadi digitali si sono lamentati delle sfumature legali del programma NHR quindi fai la tua ricerca se pensi di farne richiesta.

portogallo per nomadi digitali

4. Cipro

Cipro ha una delle aliquote dell'imposta sulle società più basse nell'UE (12,5%) e una rete di accordi sulla doppia imposizione che può essere vantaggiosa per i nomadi digitali che gestiscono la propria attività.

Cipro ha anche un'alta qualità della vita, un clima piecevole e spiagge meravigliose. Tutti buoni motivi per sceglierla potenzialmente come propria base come nomadi digitali.

cipro per nomadi digitali

5. Georgia

Con il suo sistema fiscale territoriale, solo il reddito guadagnato all'interno della Georgia è soggetto a tassazione, rendendolo una destinazione attraente per i nomadi digitali. La Georgia ha anche un basso costo della vita, una ricca storia e paesaggi diversi. Personalmente amo tantissimo questo luogo magico!

georgia per nomadi digitali

6. Romania

La Romania offre un'aliquota fissa del 10% sul reddito delle persone fisiche, che può essere vantaggioso anche per i nomadi digitali. La Romania è un Paese con una cultura interessante, una connessione internet veloce e una varietà di attrazioni naturali che possono renderla molto attraente.

romania per nomadi digitali

7. Bahamas

Le Bahamas sono un paradiso fiscale senza imposta sul reddito, imposta sulle plusvalenze o imposta di successione per residenti e non residenti. Tuttavia, ci sono altre tasse e tasse che possono essere applicate, come l'imposta sul valore aggiunto (IVA), l'imposta di bollo e la tassa sulla proprietà che dovrebbero essere tutte prese in considerazione quando si tratta di obblighi fiscali.

Le Bahamas offrono anche a visto per il lavoro a distanza, che consente ai nomadi digitali di vivere e lavorare nel Paese per un massimo di un anno.

bahamas per nomadi digitali

8. Grecia

La Grecia ha recentemente introdotto un nuovo incentivo fiscale per i nomadi digitali, offrendo una riduzione dell'imposta sul reddito del 50% per i nuovi residenti che si trasferiscono in Grecia. Questa politica si applica sia alle persone fisiche che alle aziende che lavorano a distanza dalla Grecia.

Non c'è bisogno di dire che la Grecia ha paesaggi mozzafiato, una ricca cultura e un clima piacevole che la renderebbero una buona base per molti nomadi digitali.

grecia per nomadi digitali

Tasse sui nomadi digitali: obblighi fiscali per datori di lavoro

Se sei il datore di lavoro di un nomade digitale, è fondamentale comprendere i tuoi obblighi fiscali. Se sei un dipendente, invece, potresti comunque voler conoscere gli obblighi fiscali dei tuoi datori di lavoro in modo da poter pianificare di conseguenza e decidere se vale la pena investire il tuo tempo e le tue energie lavorando per quel datore di lavoro. Questo perché potrebbero non essere disposti a permetterti di lavorare da remoto sulla base delle complicazioni fiscali che ne deriveranno.

I datori di lavoro devono infatti sapere dove lavorano i loro dipendenti, in quanto ciò può avere un impatto sulla situazione fiscale della loro azienda.

Ad esempio, se il dipendente lavora da un Paese in cui la tua azienda non ha una presenza fisica, il suo lavoro potrebbe potenzialmente creare un'istituzione permanente' per l'azienda in quel paese. Questo potrebbe assoggettare la società alle imposte societarie in quel Paese.

Inoltre, i datori di lavoro possono avere obblighi di trattenere le tasse dallo stipendio del dipendente e versarle alle autorità fiscali competenti.

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In qualità di datore di lavoro, è importante disporre di politiche chiare per i tuoi dipendenti nomadi digitali e cercare una consulenza professionale per assicurarti di soddisfare tutti i tuoi obblighi fiscali. Come dipendente, dovresti verificare con il tuo datore di lavoro le implicazioni fiscali e quindi prendere le tue decisioni in base alla situazione e a ciò che è meglio per te.

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Luca Mussari
Scritto da Luca Mussari

SEO Freelance di giorno. Fondatore e capo-redattore di Freaking Nomads la notte. Ha lasciato il suo lavoro in azienda a Londra per viaggiare per il mondo e creare quanti più ricordi possibili.

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