Lavoro da remoto: Che significa, e come funziona il remote working?

Il lavoro da remoto non è una semplice tendenza passeggera, ma una realtà consolidata nel mondo del lavoro, sia per i dipendenti che per le aziende.

Come emerge dai dati Istat, già prima della pandemia circa il 5% degli occupati lavorava abitualmente da casa, con picchi più elevati tra gli autonomi (14%). Inoltre, nel 2020, già il 36% degli occupati (8,2 milioni) già svolgevano professioni compatibili con il lavoro da remoto o lavoro agile.

Con l'emergenza Covid-19 si è registrata una rapida diffusione del lavoro da remoto, che ha coinvolto circa il 20% degli occupati nel 2020. Sebbene ci sia stato un leggero rientro negli uffici, i livelli rimangono sensibilmente più alti rispetto al periodo pre-pandemico.

Questi sono solo alcuni dati che dimostrano come il lavoro da remoto non sia più da vedere come un'opzione temporanea, ma come un modello organizzativo destinato a restare e che apre interessanti opportunità.

In questa guida, perciò, analizzeremo più nel dettaglio cosa si intende per lavoro da remoto, come funziona in concreto e quali sono i suoi punti di forza e criticità.

Lavorare da remoto: che significa?

Nomade digitale che lavora da un van

Il termine lavoro da remoto (in inglese "remote working") è una modalità di lavoro che implica l'utilizzo diffuso della tecnologia per operare al di fuori degli uffici aziendali. Questo permette livelli diversi di autonomia e flessibilità, a seconda del tipo di modalità.

Rientrano infatti in questa definizione diverse forme di organizzazione del lavoro, tra cui:

  • Lo smart working: è un modello basato sulla flessibilità oraria e organizzativa, orientato al raggiungimento di obiettivi e non al monte ore. Non ci sono vincoli su luogo e orario di lavoro.
  • Il telelavoro: è una forma tradizionale che prevede lo svolgimento dell'attività lavorativa presso il domicilio del dipendente. Mantiene alcuni vincoli come fasce orarie prestabilite e uso di apparecchiature dell'azienda.
  • Il lavoro agile: è un concetto intermedio tra smart working e telelavoro, con maggiore autonomia rispetto al secondo ma anche qualche vincolo in più sul raggiungimento obiettivi rispetto al primo.

Come funziona il lavoro da remoto?

Il lavoro da remoto si basa sulla possibilità di accedere a strumenti, dati e informazioni aziendali da qualsiasi luogo e dispositivo, utilizzando la connettività internet. In questo modo si rende possibile un lavoro flessibile, ma al contempo integrato con le esigenze delle organizzazioni e dei propri dipendenti.

Gli elementi essenziali per operare in modalità "da remoto" sono:

  • Un dispositivo portatile come un notebook, un tablet o uno smartphone per accedere a dati e applicazioni aziendali.
  • Una connessione internet stabile e veloce.
  • Dei software di collaborazione e comunicazione come email, chat aziendali, programmi di videoconferenza ecc., per consentire il coordinamento con colleghi e responsabili.
  • Delle applicazioni e piattaforme cloud (es. G Suite, Office 365, Salesforce..) nel quale vengono archiviati e condivisi dati, documenti, report e attività.
  • L'accesso virtuale al desktop aziendale tramite Virtual Private Network (VPN), che in alcuni casi è richiesto da aziende che hanno a che fare con dati sensibili.

Quando è nato il lavoro da remoto? Breve storia del fenomeno del remote working

Lavoratore da remoto con computer

Le origini del lavoro da remoto risalgono al 1973 quando l’ingegnere Jack Nilles coniò il termine “telelavoro” per indicare un modello con sedi periferiche collegate all'headquarter tramite tecnologia. L'idea nasceva dall'esigenza di ridurre traffico e inquinamento nelle città.

Già negli anni '70 ci furono i primi esperimenti di telelavoro in aziende statunitensi, che si ampliarono negli anni '80 con PC e connessioni migliori. La vera diffusione però si ha dagli anni '90 grazie alla diffusione di internet: si passa dal telelavoro a forme più flessibili come lo smart working.

Ciononostante, prima della pandemia questa modalità fatica ancora a decollare. Le aziende sono restie ai cambiamenti organizzativi necessari. Inoltre manca un paradigma culturale adatto ad accogliere questa trasformazione.

Solo con l’emergenza Covid-19 e i lockdown si ha il definitivo superamento delle logiche consolidate. Milioni di persone sperimentano per la prima volta il lavoro da casa.

Qual è la differenza tra smart working, lavoro da casa, telelavoro e lavoro da remoto?

Nel parlare di lavoro da remoto, termini come smart working, telelavoro, lavoro da casa e lavoro da remoto sono spesso utilizzati come intercambiabili, generando un po' di confusione. In realtà, ci sono importanti sfumature di significato che è bene sapere. Proviamo a fare chiarezza sulle differenze.

Smart Working

Lo smart working è una modalità basata sulla flessibilità e sulla gestione per obiettivi. In questa modalità, l'azienda definisce gli obiettivi e il lavoratore gestisce in autonomia luoghi, orari, strumenti per raggiungerli. Non ci sono vincoli né richiesta di timbrature o tracciamento degli orari.

Telelavoro

Il telelavoro è una modalità più “rigida”, dove l'attività viene svolta prevalentemente presso il domicilio del dipendente. Rimangono però alcuni paletti come fasce orarie prestabilite in cui essere operativi. Spesso, viene anche richiesto l'uso di dispositivi e connessioni forniti dall'azienda, i quali possono limitare i limiti geografici in zone considerate "non sicure" dalle aziende.

Lavoro agile

Il lavoro agile è una soluzione ibrida tra le prime due, il quale offre una maggiore flessibilità sul dove e quando lavorare, ma mantiene qualche vincolo in più sul raggiungimento degli obiettivi. È molto simile allo smart working, ma mentre quest'ultimo è piu incentrato su una visione più focalizzata sul benessere e le competenze dei lavoratori, il lavoro agile è basato invece su una visione più ampia e strategica che coinvolge tutti gli aspetti dell’organizzazione aziendale.

Lavoro da casa e da remoto

Infine, lavorare da casa e da remoto sono dei termini “ombrello” che includono tutte le forme in cui il lavoro viene svolto al di fuori degli uffici aziendali, sfruttando la tecnologia. Nel primo caso, appunto, da casa, mentre nel secondo caso, ovunque si voglia.


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Quali sono i vantaggi del lavorare da remoto per aziende e dipendenti?

Lavoratrice da remoto che lavora da casa

L'implementazione di modalità di lavoro da remoto, offre numoresi benefici sia per le aziende che adottano questi modelli, sia per i lavoratori che vi prendono parte. Vediamo insieme quali sono nel dettaglio.

Vantaggi per i lavoratori

I lavoratori che lavorano da remoto possono godere di diversi benefici che includono:

  • Miglior equilibrio tra vita privata e lavoro: il 99% dei lavoratori intervistati in un recente sondaggio condotto da Smallbizgenius crede che il lavoro da remoto porti una una migliore conciliazione tra vita e lavoro e preferirebbe poter continuare a lavorare da remoto dopo la pandemia, grazie alla
  • Più autonomia e flessibilità: si acquisisce la possibilità di scegliere luogo e orario di lavoro, senza eccessivi vincoli o supervisioni sulle modalità operative. Questo è chiaro già dallo stesso sondaggio, in cui si stima che il 50% dei dipendenti già lavora a tempo pieno lavora da casa, mentre il 28.2% lo fa in una modalità ibrida.
  • Benefici economici, di tempo e di benessere: i lavoratori da remoto possono risparmiare tempo e denaro nei trasporti, ridurre lo stress e avere più equilibrio vita-lavoro. Inoltre, possono usufruire di maggiori opportunità di crescita e feedback, grazie alla comunicazione e alla collaborazione digitale.

Vantaggi per le aziende

Dal punto di vista delle aziende, i benefici del lavoro da remoto sono anche numerosi:

  • Risparmio sui costi di gestione: secondo uno studio dell’Istituto di management della Scuola Superiore Sant’Anna, implementando il lavoro da remoto si stima un risparmio di circa 1.500 euro annui per ogni dipendente che adotta questa modalità. Questo grazie alla riduzione delle spese per gli spazi fisici, le facilities, i viaggi di lavoro e le emissioni di CO2 legate agli spostamenti.
  • Accesso a bacino più ampio di talenti: le aziende che promuovono il lavoro da remoto possono ampliare il bacino potenziale di candidati, superando i limiti geografici nella ricerca di profili professionali ideali. Secondo uno studio pubblicato su Labour & Law Issues questo si traduce in un incremento del 33% nel reclutamento efficace di nuovi collaboratori rispetto alle realtà che non adottano modelli organizzativi da remoto.
  • Maggiore produttività dei dipendenti: La soddisfazione e motivazione più alta di chi lavora da casa porta ad una maggiore qualità e quantità della prestazione lavorativa. Secondo l’Istituto Sant’Anna la produttività è cresciuta mediamente del 25% nelle grandi imprese che hanno implementato forme di smart working.

Quali sono le sfide del lavoro da remoto?

Se implementato senza le dovute accortezze, il lavoro da remoto può portare con sé anche alcune criticità, sia per le aziende che per i lavoratori. Analizziamo quelle più ricorrenti.

Sfide per i lavoratori

Il lavoro da casa presenta diverse insidie per i lavoratori. Ecco le principali:

  • Difficile "work-life balance": la sovrapposizione tra vita privata e lavoro può generare stress e "burnout", soprattutto per chi deve gestire bimbi o anziani. Secondo un sondaggio di WeWork su 15 paesi europei (Italia compresa) il 41% ha infatti lamentato una sovrapposizione tra vita privata e lavoro che li ha portati a risentire di stress e stanchezza mentale.
  • Ambiente non ideale: spesso gli spazi domestici risultano inadeguati per lavorare con concentrazione, complice il "via vai" familiare. Il 30% ha dichiarato infatti di non avere a disposizione uno spazio abitativo adeguato a un lavoro produttivo, sempre secondo lo stesso sondaggio di WeWork.
  • Senso di isolamento: potersi confrontare in presenza con i colleghi è vitale. Da remoto la socialità ne risente e il senso di isolamento può influire negativamente sulla fiducia, sulla motivazione e sull’innovazione. Questo è confermato da un’indagine de Il Sole 24 Ore che mostra come il 64% dei lavoratori da remoto ritenga che il lavoro a distanza generi isolamento e circa il 60% che non aiuti nei rapporti con i colleghi.

Sfide per le aziende

Ma anche per chi governa le imprese il gioco non è proprio senza rischi:

  • Comunicazione ridotta: con le chat sostituite alle riunioni il lavoro creativo di gruppo si è impoverito creando fraintendimenti e perdita di informazioni. Il 38% dei manager infatti riporta una diminuzione nello scambio di idee e nel lavoro creativo di gruppo, da un’analisi effettuata da Microsoft su oltre 6.000 lavoratori europei.
  • Mancato rispetto tempistiche: la gestione del tempo e delle priorità è una delle principali sfide per i lavoratori a distanza, che devono anche affrontare le distrazioni e le interruzioni domestiche. I ritmi si fanno più blandi e allentati e le consegne ne pagano il prezzo. Questo è confermato dal un sondaggio di Ipsoa su 1.500 aziende italiane, il quale riporta che il 42% delle aziende ha osservato un peggioramento nel meeting delle scadenze e dei livelli di produttività previsti.
  • Costi tecnologici: la sicurezza informatica non è gratis. Le imprese devono sostenere investimenti in tecnologie, connettività e sicurezza informatica per abilitare il lavoro da remoto. Secondo Fiscomania, il costo medio per dotare un dipendente di strumenti adeguati per lo smart working è di circa 1.000 euro.

Quali sono i migliori lavori da remoto? 11 professioni da svolgere da remoto

Nomade digitale che lavora da remoto dalla spiaggia

Nonostante gli svantaggi del lavoro a distanza che abbiamo appena elencato, sempre più persone continuano ad ambire di svolgere la propria attività lavorativa interamente da remoto.

Ma quali sono le professioni che si prestano meglio a questa modalità? Ecco 10 tra i lavori più adatti al remote working:

1. Consulente freelance

Il consulente freelance offre servizi di consulenza in ambito digitale (es. web marketing, ecommerce), HR (es. recruiter, formatore), business (es. supporto a startups) coordinandosi da remoto con i clienti per analizzare le esigenze (interviste, briefing) e fornire soluzioni strategichedi miglioramento come report, assessment, tool.

2. Insegnante online

L'insegnante online può insegnare lingue, materie scolastiche, accademiche e specifiche skill a distanza tramite piattaforme come Google Meet e Zoom. Può tenere lezioni one-to-one o con gruppi di studenti, creare contenuti didattici digitali, assegnare e correggere i compiti online.

3. Traduttore

Il traduttore freelance traduce da remoto un'ampia tipologia di testi (articoli, saggi, manuali, siti web ecc) dall'inglese o da altre lingue verso l'italiano (e viceversa), interfacciandosi con clienti stranieri tramite email e software CAT per la traduzione assistita.

4. Graphic designer

Il graphic designer realizza da remoto progetti di brand identity (logo, carta intestata) nonché banner e grafiche per social, presentazioni, infografiche e brochure, utilizzando software come Adobe CC e affidandosi ai briefing dei clienti per posta elettronica o videochiamate.

5. Sviluppatore software

Lo sviluppatore software scrive, esegue il debug e testa il codice da remoto per la realizzazione di siti web, app mobile, software e piattaforme web based, accedendo ai repository aziendali (GitHub, BitBucket) e coordinandosi con PM e colleghi tramite Slack e videocall.

6. Consulente SEO

Il consulente SEO assiste da remoto il cliente nell'ottimizzazione nei motori di ricerca di siti web, analizzandone gap tecnici e contenutistici, fornendo consigli su parole chiave, link building e ottimizzazioni on page e off page per migliorarne l'indicizzazione e posizionamento.

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Come diventare nomade digitale da SEO Specialist - Freaking Nomads
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7. Content Creator e Influencer

Il content creator crea e promuove da casa (o ovunque si voglia) contenuti scritti, immagini o video su tematiche di nicchia (es. viaggi, ricette, tecnologia, finanza), mentre l'influencer costruisce un personal brand legato al lifestyle, alla moda, al food, monetizzando il proprio audience tramite advertising e partnership.

8. Scrittore freelance

L'autore freelance scrive da casa testi creativi come ebook, articoli per blog/siti web, video script per YouTube, testi per post di Facebook ed Instagram, audiolibri e podcast; pubblica e vende i contenuti sulle apposite piattaforme.

9. UX/UI Designer

Lo UX/UI designer progetta l'esperienza utente e le interfacce di siti e app creando prototipi e wireframe da remoto con tool come Figma e InVision, testando il tutto con gli end user tramite videochiamate.

Approfondisci qui:

Come diventare Nomade Digitale da UX/UI Designer
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10. Consulente finanziario

Il consulente finanziario fornisce servizi di consulenza assicurativa, previdenziale, di pianificazione finanziaria e patrimoniale da remoto tramite software dedicati e piattaforme di comunicazione.

11. Affiliate marketer

L'affiliate marketer promuove prodotti e servizi da casa tramite programmi di affiliazione (es. Amazon, eBay) e network di affiliazione (es. Impact, CJ, Flexoffers, etc.), creando contenuti su blog, video e social media e guadagnando commissioni sulle vendite generate grazie ai suoi referrals.

Come lavorare da remoto al meglio: 7 Consigli pratici

Lavoratrice donna con computer in un giardino tropicale

Abbiamo visto, cos'è il lavoro da remoto, quali sono le opportunità e le insidie e persino quali sono i lavoro che si prestano meglio a questa modalità di lavoro. Per concludere questa guida, vediamo ora come sfruttarla al massimo ed evitare gli errori più comuni.

1. Definisci una routine produttiva

Darsi una routine quotidiana fatta di ritmi ed abitudini regolari è una buona base per essere produttivi da casa. Svegliarsi e coricarsi più o meno agli stessi orari, prendersi pause definite durante il giorno, aiuta concentrazione, motivazione e work-life balance.

2. Separa bene gli spazi tra vita privata e lavoro

Dove possibile, identifica una stanza o area dedicata al solo lavoro, per entrare più facilmente in quello che si chiama "deep mode", ovvero la capacità di concentrarsi su un compito impegnativo senza distrazioni, producendo risultati di alta qualità ed efficacia. Una postazione ergonomica, materiali a portata di mano e un abbigliamento come quello che useresti per l'ufficio completano l'ambientazione ideale per il remote work.

3. Definisci i task giornalieri

Organizzarsi creando delle liste di attività su base giornaliera, assegnandosi dei premi al raggiungimento degli obiettivi (un caffè, un episodio della serie tv preferita...) può aiutarti a mantenere la concentrazione alta!

4. Pianifica le riunioni in modo smart

Privilegia videochiamate solo quando necessario, preferendo update rapidi in chat per questioni veloci. Pianifica meeting chiari, con ordine del giorno condiviso e timeline serrata: risparmierai a tutti tempo ed energie. Puoi usare anche strumenti di comunicazione asincrona come Loom, uno screen recorder che ti permette di registrare te stesso e condividere il video del tuo update con il team o con i tuoi clienti.

5. Socializza con i colleghi o con altri smart worker

Trova il modo di comunicare con frequenza con il resto del team, organizzando call informali, pause virtuali insieme: ti aiuterà a sentirti parte del gruppo e aumenterà la collaborazione.

6. Concediti apertura mentale

Sii flessibile e predisposto a cambiamenti nel modo di comunicare e lavorare. Ad esempio feedback immediati in chat anziché report dettagliati a fine giornata. Sono skill oggi indispensabili.

7. Disconnetti a fine giornata

Evita di rimanere sempre connessi e "iperstimolati". Staccare fisicamente dalla postazione di lavoro e mentalmente dai pensieri a fine giornata è fondamentale per evitare stress e burnout.

Pronto per cominciare a lavorare da remoto?

Questo era tutto per la nostra guida completa sul remote working!

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