Limitano lo smart working e i dipendenti entrano in sciopero: è successo alla Panini
Alla Panini srl, famosissima azienda di figurine modenese, è stato deciso di dimezzare lo smart working e i dipendenti, per protesta, sono entrati in sciopero per quattro ore davanti la sede principale.
Lo sciopero dei dipendenti
I dipendenti della Panini srl hanno indetto uno sciopero di quattro ore, mercoledì 4 settembre dalle 8:30 alle 12:30, per protestare contro la decisione dell'azienda di dimezzare le giornate di smart working portandole da due a una a settimana.
I sindacati hanno partecipato e sostenuto la protesta
A sostenere lo sciopero sono stati i sindacati Slc Cgil e Fistel Cisl, assieme alle Rsu di Modena e Milano e al Cdr dei giornalisti di Milano. Secondo i sindacati, la scelta di dimezzare le giornate di smart working, è basata su problematiche non riscontrate, diventando quindi una scelta ingiustificata.
Tale decisione preclude ai dipendenti un diritto che si era concretizzato durante la pandemia, dove, ci tiene a ricordare anche un lavoratore presente in pizza:
"Abbiamo continuato a lavorare sia in periodo di pandemia che ora con lo stesso ritmo se non meglio. Lo smart working non è un obbligo, semplicemente noi rivogliamo un diritto che ci è stato tolto sulla base del nulla".
La richiesta dei lavoratori
La richiesta ufficiale, di dipendenti e sindacati, è quella di mantenere le 44 ore annue (già consentite) di smart working più le 44 ore addizionali inserite nel programma lavorativo dal 2021.
Le criticità sono già venute a galla
Come riportato da uno dei tanti dipendenti in piazza, la scelta della Panini srl di dimezzare le ore di smart working, ha già creato i primi problemi ai lavoratori dell'azienda:
"A molti dipendenti lo smart working cambia la vita e alcuni colleghi, senza il lavoro agile per problematiche personali stanno già pensando di cambiare lavoro".
Questo accende sempre di più i riflettori su una modalità di lavoro che, dati alla mano, sta cambiando il mondo del lavoro e delle persone che ne fanno parte.
Rinunciarci ora, non solo risulterebbe una passo indietro rispetto al resto del mondo, ma creerebbe seri problemi anche alle famiglie che, grazie a questo cambiamento, riescono con maggiore flessibilità ad accudire i propri figli.
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